
Questo è il primo edificio costruito sulla parte più alta del Sasso Caveoso che, assieme alla Chiesa e al Convento di Santa Chiara, in epoca barocca, con la sua posizione definirà la nuova direttrice del nascente quartiere Piano.
Il palazzo fu commissionato dal vescovo Vincenzo Lanfranchi come nuovo seminario per i giovani e il suo progetto fu affidato al frate Francesco da Copertino. I lavori, iniziati nel 1668, furono terminati quattro anni dopo ed inglobarono la preesistente Chiesa della Madonna del Carmine. Agli inizi del Settecento il vescovo Brancaccio fece decorare il convento della chiesa con una meridiana e cinque statue che rappresentavano sè stesso, i tre fratelli e vescovi Gerolamo, Andrea e Giovan Battista Lanfranchi, ed il suo predecessore Antonio del Rios, che aveva fatto costruire il Convento di Santa Chiara. Alla fine del Settecento Monsignor Zunica autorizzò l’estensione del palazzo verso la zona delle concerie del Sasso Caveoso, avvenuta nella prima metà dell’Ottocento, quando era vescovo Monsignor di Macco, il quale fece anche costruire il piano superiore da adibire a scuola. A partire dal 1864, con l’Unità d’Italia e le conseguenti leggi eversive, con le quali vennero confiscati i beni immobili degli enti ecclesiastici, il seminario fu trasferito presso la Cattedrale e il palazzo divenne scuola secondaria superiore. Qui insegnò il giovane Giovanni Pascoli, alla fine dell’Ottocento, per due anni, alla sua prima esperienza di lavoro, prima di diventare insigne poeta della letteratura italiana. Negli anni ’80 del Novecento Palazzo Lanfranchi ospitò la Soprintendenza del Ministero della Cultura e dal 2003 è la sede del Museo Nazionale Archeologico di Arte Medievale e Moderna. Tra le sezioni del museo, ve ne sono due speciali, una dedicata a Giovanni Pascoli, e l’altra a Carlo Levi.