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Palombaro Lungo

È la più grande cisterna di Matera e si trova in Piazza Vittorio Veneto, la piazza principale del centro storico. Fu costruita dal Comune di Matera alla fine dell’Ottocento, rendendo comunicanti diversi ambienti ipogei cinquecenteschi, quali cisterne, magazzini, concerie, che furono anche allargati. Profonda circa una quindicina di metri, ed estesa circa una cinquantina di metri, in direzione del Palazzo dell’Annunziata, essa appare ai visitatori come una vera e propria “cattedrale” d’acqua sotterranea.

Questa enorme cisterna poteva contenere fino a cinque milioni di litri di acqua, in maniera tale da poter soddisfare le esigenze idriche degli abitanti del quartiere Piano. Come tutte le cisterne, anche il Palombaro Lungo fu internamente rivestito da uno speciale triplice strato di intonaco idrorepellente, detto cocciopesto, composto da sabbia, calce, argilla e pozzolana. Fu data una forma piuttosto arrotondata agli spigoli, affinché potessero resistere alla forte spinta data dalla pressione dell’acqua, che avrebbe potuto causare la rottura dell’intonaco e, dunque, l’impermeabilizzazione della cisterna. Il Palombaro Lungo era alimentato da un corso d’acqua meteorica sorgiva, proveniente dalla collina del Castello Tramontano.

Nella sua discesa, prima di arrivare alla cisterna, l’acqua alimentava la vicina Fontana Ferdinandea. Ancora oggi l’acqua talvolta affluisce nel Palombaro Lungo, da un punto preciso sul fondo, ed è periodicamente aspirata da pompe idrovore, per consentire il passaggio dei visitatori sulle passerelle. Quando la cisterna fu completata, la zona del Piano non era ancora come la vediamo oggi, con le case costruite, ma presentava ancora molti ipogei: come nei quartieri Sassi, anche in questa parte del Piano vi erano moltissimi ambienti scavati direttamente nella roccia, come case grotta, stalle, magazzini, granai, vicinati (piccoli cortili su cui si affacciano gli ingressi di più case grotta) ed una chiesa rupestre, quella del Santo Spirito, oggi visitabile.

Al termine dei lavori di completamento della cisterna, dunque, tutti questi ambienti scavati furono sepolti, per dare alla piazza l’attuale assetto del piano di calpestio. E’ così che nacque Piazza Vittorio Veneto, il cui pozzo in superficie presentava sei bocche, per permettere ai materani l’approvvigionamento idrico, calando dei secchi. La cisterna smise di funzionare alla fine degli anni ‘20, quando il nuovo Acquedotto Pugliese cominciò ad erogare acqua potabile anche a Matera. A questo punto, il Palombaro Lungo fu in qualche modo “dimenticato” ma, agli inizi degli anni ’90, durante i lavori di rifacimento della piazza, esso fu ritrovato assieme ad altri ipogei ed alcuni sommozzatori volontari vollero esplorarlo, a bordo di un gommone. Al suo interno furono ritrovati degli oggetti smarriti, accidentalmente caduti mentre si attingeva l’acqua, come secchi, monete, spille e qualche orologio.

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