
Chiesa rupestre di Santa Maria de Idris
Questa chiesa rupestre è posizionata sul pittoresco masso roccioso del Monterrone, che si erge tra il Sasso Caveoso e l’antica contrada del Casalnuovo. Da questo sperone di roccia naturale, già set cinematografico per il film Wonder Woman della Warner Bros., si ammira un panorama a dir poco strepitoso.
La chiesa, collegata da un corridoio alla chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone, appare per metà costruita, in seguito al crollo della facciata, avvenuto nel XV secolo. Un piccolo campanile a vela conferisce al complesso rupestre un armonico aspetto. Il suo nome deriva dal termine greco Odigitria, che significa coleiche indica la via, per corruzione divenuto de Idris. Essa è volgarmente detta del litro, poiché la Vergine, in un dipinto a tempera seicentesco, è rappresentata seduta con due mezzine (anfore di terracotta di mezzo litro ciascuna) dette rezzolelle ai piedi. Questo dipinto si trova al centro, sopra l’altare ottocentesco, sormontato, a sua volta, da una rappresentazione di Dio Padre. A sinistra dell’altare si trovano i dipinti di San Michele Arcangelo e della Madonna, mentre, a destra, vi è la scena della Conversione di Sant’Eustachio, patrono di Matera, e di una Natività. Riconoscibile dal giglio, segue il dipinto di Sant’Antonio da Padova. Nella cappella posta a destra dell’ingresso, subito dopo una cisterna, è dipinta una Crocifissione. Questi dipinti sono databili al periodo barocco. La croce in ferro, alta quattro metri e collocata in cima allo sperone roccioso, fu realizzata nel 1937 in ricordo delle Missioni Paoline di quell’anno.
Chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone
La chiesa rupestre, che prende il nome dallo sperone di roccia entro cui è scavata, il Monterrone, è dedicata a San Giovanni Battista. Essa si presenta ad unica navata ed alterata, rispetto all’aspetto originario, dalla realizzazione di ambienti laterali, ricavati soprattutto a scopo funerario. Attualmente l’accesso è consentito dalla chiesa di Santa Maria De Idris, attraverso un corridoio comunicante.
La chiesa di San Giovanni al Monterrone fu profanata nel corso del Settecento e, successivamente, nel 1803, fu concessa dal Seminario Vescovile in enfiteusi perpetua alla confraternita di Santa Maria dell’Idris. La confraternita provvide a realizzare una nuova facciata, un nuovo altare, e il corridoio di collegamento con l’adiacente chiesa di Santa Maria de Idris.
In tale occasione, nel taglio, furono sacrificati alcuni affreschi, di cui sopravvivono solo le parti superiori: si distinguono ancora una Madonna con Bambino e un pannello con i Santi Pietro e Paolo.
Negli anni ’70 l’Ente Provinciale del Turismo operò una pulizia generale del sito, la demolizione di un ossario, il rifacimento delle murature abbattute in seguito ad atti vandalici, la sistemazione della porta d’ingresso e la realizzazione di un impianto di illuminazione.
A seguito dell’abbattimento di un edificio abusivo degli anni ’50, costruito a ridosso della chiesa, il fianco roccioso è stato esposto per diversi anni alle intemperie. L’ultimo restauro del 2021 ha riguardato finalmente il recupero degli affreschi rimasti, che sono ritornati a risplendere.
Entrando nell’aula dall’originaria porta di accesso, a sinistra si ammira l’affresco seicentesco dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista. Il Battista indica l’Agnus Dei, rappresentato poco più in basso, mentre l’Evangelista regge il calice con il serpente, suo attributo iconografico.
Procedendo verso la cappella di sinistra, a seguire, sono rappresentati San Michele Arcangelo e San Nicola. Di fronte a questi ultimi affreschi vi è un Cristo Pantocratore, che campeggia sopra i resti di un altare addossato alla parete e, quindi, un Santo Monaco Anonimo.
Sulla destra dell’originario ingresso si trova l’affresco di Sant’Andrea, di cui è visibile solo il volto, severo e affilato, sormontato in palinsesto da quello della Madonna della Tenerezza, che stringe tra le braccia il Bambino, rappresentati in posizione olosoma. Accanto, in sequenza, vi è un altro affresco palinsesto, raffigurante un Santo Vescovo Anonimo, sormontato da un Giovane Santo Anonimo. Quindi, vi è il dipinto di San Gerolamo Vescovo. Vi è poi un pregevole dittico che rappresenta San Pietro e San Giacomo Maggiore; di fronte a questo dittico si trova una bella rappresentazione dell’Annunciazione, su cui vi è l’affresco del Battesimo di Cristo nel fiume Giordano.
Questi affreschi sono databili tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo.